martedì 6 marzo 2012

Atlanta

Atlanta per me significa le Olimpiadi del 96, le Olimpiadi di Michael Jonson, quelle della Nigeria di Nwankwo Kanu che vince l'oro nel calcio e dell'oro di Jury Chechi. Questo pensavo mentre passeggiavo per le sue vie durante lo scorso weekend.
Chi l'avrebbe mai pensato che l'avessi visitata? Se non ci fossero state le Olimpiadi nessuno la conoscerebbe..
Nella città l'aria Olimpica si respira ancora, nonostante siano già passati 16 anni, c'è un grande parco al centro della città chiamato Centennial Olympic Park, mentre lo stadio olimpico è stato convertito ad uno stadio di Baseball...
Devo dire che se la tirano parecchio con la storia delle Olimpiadi del centenario, e qui si può vedere quanto gli sponsor hanno influenza anche in una cosa "sacra" come i Giochi.. Tutti sanno che Atlanta è la sede della Coca-Cola, e che la Coca-Cola è uno dei maggiori sponsor della manifestazione... Quindi basta fare 1+1... Anche perchè se si volevano svolgere le Olimpiadi negli USA, perchè proprio nella sconosciuta capitale della Georgia? La scelta più logica era assegnare i Giochi del centenario ad Atene, dove sono nati nel 1896, ma la capitale greca ha dovuto "accontentarsi" dell'edizione del 2004, assegnata quasi per riparare la beffa subita 8 anni prima.
La città comunque è carina, è una tipica città americana, almeno come mi immagino una città americana, grattacieli, strade ampissime, e un centro storico inesistente (qui le ZTL non sanno cosa sono, tutti vanno ovunque in macchina).
Sabato mi son dedicato alla visita della CNN (eh si, ad Atlanta oltre alla Coca-Cola c'è anche la sede della CNN), dove ho potuto visitare gli studi, e vedere come lavora un network così importante per la diffusione delle news... Moltissima gente era al lavoro, soprattutto per occuparsi dell'uragano che ha colpito gli stati centrali causando più di 30 vittime.
Sabato era anche il giorno dell'evento che mi ha portato a farmi 6 ore di macchina... Vedere una partita NBA dal vivo... La partita come si può immaginare è spettacolare, molto più che vederla in TV anche se guardandola dal divano di casa ovviamente si vedono molti più particolari. I tempi morti dei time-out vengono riempiti con spettacoli molto divertenti, che riempiono le attese che altrimenti sarebbero abbastanza noiose... 
Quando mi son seduto al mio posto nel palazzetto, ho anche capito che quando si dice che il mondo è piccolo è verissimo, mi son ritrovato a fianco 2 ragazzi di Bari, ricercatori che vivono nel nord dell'Alabama da 3 anni e anche loro ad Atlanta per vedere la partita. Abbiamo chiacchierato parecchio e ci siamo divertiti a guardare le abitudini degli americani, sembrava che a loro della partita non interessasse nulla... Quando è iniziata il palazzetto era per 3/4 ancora vuoto, la gente arriva tranquillamente a metà partita, se ne sta un po' e poi se ne va... Sembra che la cosa più importante per loro, sia mangiare, mangiare, mangiare (tutti i sedili sono muniti di porta bicchiere).
La domenica invece ho visitato il museo della Coca-Cola, un'americana al 100%.
Ho fatto una visita guidata di circa 3 ore, in cui viene raccontata tutta la storia, di questa bevanda che è una vera e propria droga per gli statunitensi, basta pensare che durante la visita viene raccontato e mostrato con dei video, la reazione avvenuta tra i consumatori americani nel 1985, quando la Coca-Cola decise di cambiare la ricetta originale... Gente in strada che manifestava, supermercati presi d'assalto per rifornirsi della vecchia Coca-Cola, gente che telefonava urlando che non potevano cambiare la ricetta, perchè la Coca-Cola era una cosa pubblica... La Coca-Cola dopo 79 giorni annunciò che aveva deciso di tornare alla vecchia ricetta, e il giorno successivo ricevette 30000 messaggi di ringraziamento... A me è sembrata una strategia di marketing bella e buona... Ma ha dimostrato come sono gli americani, non protestano per avere la sanità pubblica, ma lo fanno quando gli toccano una bibita...
Nel museo viene anche custodita la ricetta originale, o meglio c'è una cassaforte, dove si dice che all'interno c'è la ricetta, fonte di numerose leggende...
Diciamo che ne è valsa la pena visitare una delle città più importanti del sud statunitense, son riuscito a vedere molto più l'atmosfera americana, ma ripeto che è impossibile che questi siano riusciti ad andare sulla Luna...

2 commenti:

Lil_Eveline ha detto...

Seguendo le naturali leggi dell'evoluzione, questi qui si sarebbero dovuti estinguere decenni fa. Non hanno idea di cosa sia il rispetto dell'ambiente, non si sostengono né aiutano a vicenda (basti pensare che, quando Obama ha proposto la sanità pubblica, hanno protestato per NON averla!), non pensano nemmeno alla propria salute... altro che Luna, io mi chiedo come abbiano fatto a sopravvivere!

Antonio ha detto...

Qui ognuno pensa per se, sono super individualisti, lo si vede anche al lavoro...
Per l'inquinamento fanno schifo... E sono pure gli unici che non hanno firmato il protocollo di Kyoto, loro che da soli producono il 38% di tutta la CO2 prodotta sulla terra...