lunedì 27 febbraio 2012

La terra degli uragani

Che questa fosse una zona visitata abbastanza spesso dagli uragani è cosa nota, tutti ricordiamo l'uragano Katrina, che pochi anni fa devastò la città di New Orleans, ma che febbraio fosse periodo di uragani non me l'aspettavo.
Sabato scorso volevo andare a vedere la parata del carnevale di Mobile, il più vecchio degli Stati Uniti, festeggiato dall'inizio del 1700, quando questa zona era sotto il dominio francese.
Esco nel primo pomeriggio e vado verso il centro ma accompagnato da un cielo talmente nero che non prometteva nulla di buono, e infatti così è stato...
La parata era stata sospesa, a causa dell'allarme uragano, che è stato dato anche alla radio, quando però purtroppo io ero già fuori.
Tornando in hotel inizia a piovere, ma a piovere talmente forte che ero a 20 metri dalla porta dell'hotel ma non potevo scendere dalla macchina perchè sembrava che scendesse a secchiate.
Il giorno dopo ho scoperto che era venuto un uragano a New Orleans (bella sfigata la zona) e che poi si è spostato nel nord dell'Alabama.
Anche al lavoro c'è un area dove ci si deve andare in caso di allarme uragano, in una zona interrata, dove in caso di vento anche molto molto forte difficilmente si è in pericolo.
Son 3 weekend che passo qui, e non riesco a spiegarmi come mai durante la settimana, quando devo lavorare, si riesca ad andare in giro quasi in maglietta, mentre invece nel fine settimana, o piove, o fa un freddo tale da usare il giubbino, c'è forse qualcuno che mi ha mandato una maledizione dalla fredda Italia? :)

venerdì 24 febbraio 2012

Sicurezza al lavoro


Thyssenkrupp a noi italiani fa venire alla mente l'incidente che era successo alcuni anni fa in una loro acciaieria a Torino, dove morirono alcuni operai.
I dispositivi per cercare di salvare le persone non funzionavano, e a quanto ricordo, sembra che qualcuno abbia preso delle mazzette durante il controllo, per chiudere un occhio o forse anche due (questo è quello che mi ricordo vagamente di aver sentito in tv, non ho seguito il processo).
Qui invece non si scherza, e già il fatto che tutta l'acciaieria sia tappezzata di cartelloni che ti ricordano di pensare alla sicurezza o che la sicurezza viene prima di tutto, ti fa già entrare nell'ottica di "Safety First"...
Le prime due settimane sono entrato al lavoro come visitatore, ma entro 3 settimane dal mio arrivo dovevo richiedere il pass permante; per ottenerlo è necessario seguire un corso sulla sicurezza on line, sostenere un esame e non ultimo passare in ospedale e fare il test anti droga.
Quindi con il certificato di esame passato e con l'esito del test antidroga negativo, si può richiedere il pass per entrare in impianto.
In impianto si entra in macchina e la velocità massima permessa è 20mph, quindi ci metto più di 5 minuti da controllo pass al mio ufficio.
Per entrare invece nell'impianto vero e proprio di deve per forza passare dalle porte, anche se proprio a fianco di esse ci sono sempre enormi portoni aperti, ma dal quale solo i mezzi posso passare e, una volta attraversata la porta, si deve indossare, casco, occhiali, tappi oltre ad avere le scarpe anti-infortunistiche. Sul casco ho dovuto incollare un adesivo che mi è stato consegnato quando ho passato il test sulla sicurezza e che indica che ho ottenuto la certificazione.



E' necessario indossare anche capi d'abbigliamento con maniche lunghe, a causa del rischio di fiamme, e prevedendo che tra poco si toccheranno i 30° qui, e che si lavorerà vicino ad un forno che arriva a 1400°, sarà una bella sofferenza.
Per fortuna che io posso stare a controllare quasi tutto dall'ufficio, collocato al primo piano e guardando cosa succede, dalle grandi vetrate che danno sull'impianto.
In caso non si rispetti qualcosa e si venga scoperti dagli addetti alla sicurezza, si riceve un warning, ma dalla seconda volta in poi, può essere ritirato il pass, e quindi si è impossibilitati ad andare al lavoro. 
Qui non si scherza per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, non fa nulla se puoi ritrovarti in giro per la città con uno che ha legalmente una pistola in tasca...

mercoledì 22 febbraio 2012

Guidare negli USA

Subito la sera che sono arrivato ho noleggiato una macchina da usare qui.
Ho parecchia strada ad arrivare al lavoro, circa 40 miglia, e quindi sono costretto a muovermi in automobile.
M'hanno noleggiato una Nissan Altima color bordeaux, e con solo 9000 miglia di vita, quindi nuova.
Non sarà così quando la restituirò, visto che in 2 settimane e mezzo gli ho già fatto fare quasi 1500 miglia.
Il problema è che anche non volendo usar la macchina è impossibile, se voglio andare in città e percorrere le 4/5 miglia che dividono l'hotel dove abito dal centro, non c'è un percorso pedonale, e non c'è il marciapiedi a fianco della strada, quindi le probabilità di essere investito sono alte.
Agli americani andare a piedi non piace per nulla, anzi credo proprio che a loro non piaccia fare attività fisica e quindi di muoversi a piedi o in bicicletta non gli passa nemmeno per la testa.
In più di due settimane non ho visto una persona andare in bicicletta...
All'opposto della in Scandinavia, dove, nonostante il clima freddo non molto amichevole, si può vivere tranquillamente senza automobile, e dove la maggior parte delle persone usa la bicicletta, se non normalmente, almeno saltuariamente.
Gli americani poi, hanno delle usanze alla guida che i primi giorni ti lasciano spiazzato, il sorpasso è permesso a destra e a sinistra, uno sceglie la propria corsia e indipendentemente dalla velocità delle macchine che si trova a fianco, lui procede alla sua velocità.
Questo almeno i primi giorni, era molto pericoloso per me, perchè non pensandoci, rischiavo di spostarmi su una corsia di destra, senza pensare che potesse arrivare qualcuno ad alta velocità.
Poi qui non esistono rotatorie, almeno qui in Alabama non ne ho ancora viste, e se ci sono non sono diffuse come in Italia o in generale in Europa; qui ci sono gli incroci a 4 vie, dove il primo che arriva ha la precedenza sugli altri, ma dove anche quando non c'è nessuno in strada ci si deve fermare anche per un secondo allo stop. E poi sono appassionati dei semafori, ce ne sono ovunque, messi, non come siamo abituati noi a fianco dello stop dove ci si deve fermare, ma appesi dall'altra parte rispetto all'incrocio. Ah se si è fermi, ma si vuole andare a destra, è consentito passare con il rosso, dando la precedenza a chi arriva dall'altra direzione.
Poi non so, ma sembra che una delle passioni degli americani è trainare, quasi tutte le automobili hanno il gancio di traino, e si vede gente che traina di tutto, a volte anche senza curarsi troppo di fissare il carico.
Le automobili sono per la maggior parte con cambio automatico, hanno motori con cilindrate abbastanza alte e sono in media più grandi delle nostre, ma di qualità molto più scadente, a volte penso che la mia vecchia Punto sia messa parecchio meglio di parecchie macchine che circolano tranquillamente qui.
La benzina costa poco, ma le macchine consumano molto, quindi alla fine la differenza non si nota molto, un gallone di benzina costa 3,5$, quindi circa 0,80€ al litro, ma se pensiamo che la macchina che uso fa circa i 10 km con un litro di benzina, ecco che buona parte del risparmio viene polverizzato dai grandi motori in uso.
Ecco forse perchè le case automobilistiche europee o asiatiche sono così attratte dal mercato statunitense, con i consumi ridotti che hanno le nostre automobili rispetto a quelle in circolazione qui ora, potrebbero ammazzare la concorrenza, senza molti sforzi, peccato per le misure, non so, ma un americano non ce lo vedo su una 500, nonostante ora ci una pubblicità della 500 Abart abbastanza martellante nella TV (la pubblicità è addirittura in italiano, ma l'attrice dovrebbe essere sudamericana)


martedì 14 febbraio 2012

New Orleans e il carnevale

Fino a un paio di settimane fa manco sapevo di quanto era festeggiato il carnevale da queste parti, pensavo fosse una cosa cattolica, quindi legata ai paesi del sud Europa, e il Brasile.
Invece anche nel sud degli Stati Uniti il carnevale è molto festeggiato, viene chiamato Mardi Grass, dal francese, e anche se un po' diverso dal nostro, è comunque folcloristico.
Ieri mattina quindi ho approfittato della domenica per andare a New Orleans, che dista da Mobile, circa 2,5 ore in macchina.
Ho puntato la sveglia presto, ma è stata la prima mattina che son riuscito a dormire tranquillamente, ormai il fuso è totalmente assorbito, e visto il sonno che avevo ho posticipato un po' la partenza per rimanere un po' di più a letto.
Da Mobile a New Orleans, si devono attraversare ben 3 stati, partenza dall'Alabama, breve passaggio in Mississipi per arrivare in Luisiana. 2,5 ore in macchina sulle strade americane sono lunghe, autostrade a 3 corsie, dove tutti sorpassano tutti indipendentemente se a destra o a sinistra, ma specialmente quando si passano sulle lagune o sui fiumi, ci sono ponti spettacolari, lunghi anche delle miglia.
A New Orleans ho fatto un giro sulle rive del Mississipi, dove si può fare la gita con il famoso battello con la ruota, faceva troppo freddo ieri per questa gita, e sicuramente ci tornerò magari già a marzo, quando il clima sarà già molto caldo, per farla.
La città è per gli americani, un po' come Las Vegas, dove il divertimento è la parola d'ordine. Le vie principali sono due, entrambe nel quartiere francese, la Royal Street, via abbastanza elegante, con negozi di quadri o di oggetti d'antiquariato, e la molto più casinare Bourbon Street, piena di locali da dove viene sparata musica a tutte le ore.
New Orleans e la musica sono un binomio inscindibile, infatti è la città di Luis Armostrong ed è la città dove è nato il Jazz.
Nel pomeriggio è iniziata la parata del carnevale, ci sono moltissime scuole della Luisiana o di altri stati, che sfilano per le vie del centro, ogni scuola ha una banda e delle ragazze che ballano.
Tra una scuola e un altra sfilano dei carri, da dove viene lanciato un po' di tutto, dalle collane che sono il simbolo del carnevale, a caramelle e piccoli peluches.
Oggi al lavoro ho detto agli americani che sono andato a New Orleans, tutti mi hanno detto di tornarci quando non ci sarà il carnevale, perchè riuscirò a godermi meglio la città, vedrò di ritornarci. :)

venerdì 10 febbraio 2012

Welcome in USA

Finalmente riesco a trovare il tempo per scrivere un post.
Son partito domenica mattina alle 4, sotto una bufera di neve, dopo un viaggio abbastanza lungo (22 ore contando gli scali) sono arrivato a Mobile, dove il mio capo mi stava aspettando all'aeroporto, e dopo aver noleggiato la macchina siamo andati in hotel.
Ero cotto e sono andato diretto a letto, erano le 8 di sera qui, ma le 3 di notte in Italia, quindi ero in piedi da 24 ore...
Non ho trovato il tempo per aggiornare il blog in questi giorni, perchè dopo il lavoro, andavo a cena, e quando tornavo andavo dritto a letto, ora invece ho smaltito abbastanza bene il fuso (7 ore di differenza non sono poche, è la prima volta che provo).
Cosa mi ha colpito a priva vista degli USA? Come ci si immagina, tutto è grande, dalle macchine che girano, alle persone, alle strade, tutto...
Qui il più magro è grasso e la cosa più magra da mangiare equivale a una cosa grassa della cucina italiana...
Per il resto va tutto abbastanza bene, non ho ancora avuto tempo di andare in giro, ma lo farò nel weekend, dove penso che andrò a New Orleans visto che ci sono già i festeggiamenti per il carnevale.
Per la cronaca, ho lasciato l'Italia e l'Europa sotto una montagna di neve, mentre qui esco solo con la felpa e nel pomeriggio a volte da fastidio, visto i 25° che ci sono quando esce il sole... :)

sabato 4 febbraio 2012

Goodbye Italy

La valigia è fatta, alle 4 stanotte inizierò il viaggio per arrivare negli USA, Verona - Monaco di Baviera, Mocano - Charlotte, e infine un volo interno da Charlotte a Mobile, viaggio lungo, in totale 22 ore considerando gli scali, e che farò da solo, perchè infatti il mio capo mi aspetta già la...
Rispetto a quando sono andato in Svezia stavolta nella valigia ho messo vestiti leggeri, e devo dire che da quel punto di vista non mi dispiace partire dall'Italia racchiusa nella morsa del freddo e arrivare dove ci sono circa 20° e dove tra un mesetto potrò, spero, andare sulle spiagge della Florida che distano a solo 30 minuti di macchina da dove sarò...
Come mi sento? Da una parte ho veramente voglia di iniziare questa nuova avventura, dall'altra ho parecchio paura... Ma non fasciamoci la testa prima di sbatterla, sarà in America, e sarà sicuramente in esperienza super positiva...
Ci aggiorniamo in USA! :)

giovedì 2 febbraio 2012

Da Montagnana a Mobile

Da Montagnana a Mobile il passo è breve, più o meno...
Cosa significa?
Montagnana è un paesino in provincia di Padova, al confine con la provincia di Verona, dove avevo fatto la mia prima trasferta di lavoro, in modo abbastanza autonomo.
Era un magazzino di capi d'abbigliamento automatizzato, ed ero rimasto in questo paese per un mese, partendo al lunedì e tornando al venerdì sera...
Era il 2007, ed era inverno, la compagna di quel mese, fu la nebbia, e non me ne voglia se c'è qualcuno di quelle zone che legge il blog, ma non c'era nulla da fare, un paio di ristoranti, e un paio di hotel, nemmeno molto belli.
Tra due giorni si parte per un'altra trasferta, Mobile, in Alabama, è inverno, ma dovrebbe fare abbastanza caldo, la città dovrebbe essere un po' meglio di Montagnana, ma anche lo stile di come si lavora nelle due differenti aziende, è totalmente diverso... Da quello che sembra (almeno prima della partenza), non vieni abbandonato, e i sacrifici che fai, vengono ripagati...
Tra queste due trasferte ce ne sono state altre e di ognuna ho un preciso ricordo, ad Al Cairo (un caldo terribile, e l'inizio del ramadan in un Paese mussulmano), ad Jekaterinburg in Russia (indimenticabile il freddo e le condizioni del bagno della fabbrica dove lavoravo), alla Ferrari a Maranello (mille ore fatte, anche il sabato e la domenica, senza avere un ora di traordinario pagato, ma la soddisfazione di quando vedo per strada la Ferrari California, di aver contribuito, forse anche solo minimamente, alla sua realizzazione), a Gandino, un paese sulle montagne Bergamasche (anche qui mille ore non pagate, e un infortunio, con visita in ospedale, tanta paura, ma per fortuna nulla di grave).
Se riguardo indietro, vedo molte belle esperienze, ma alcune giornate sono state davvero stressanti, ma tutto quello che ho fatto mi ha permesso di fare quello che sto facendo ora, partire per gli USA tra 3 giorni...