lunedì 26 settembre 2011

SVEvolution

Ieri ho partecipato alla giornata delle idea, una manifestazione che per il secondo anno è stata organizzata sul lungo lago di Mantova e che vede la partecipazione di moltissime associazioni della città.
E' l'occasione per farsi conoscere un po' e per accogliere nuove idee (da qui il nome della manifestazione) tra le persone che vogliono ricevere un po' di informazioni, oppure che casualmente passano di li e si fermano anche solo per un minuto.
Alce Nero, l'ente mantovano che ha curato tutta la parte relativa alla mia pre partenza era presente alla giornata ed è stata una buona occasione per pubblicizzare il Servizio Volontario Europeo, ancora secondo me, poco conosciuto, conosciuto più per il passaparola che per altre vie.
Nella nostra postazione c'erano 3 totem pieni di immagini e scritte, che rappresentavano i 3 momenti di un progetto SVE, quindi il periodo prima della partenza, con tutte le attese, le paura e i dubbi, il durante, con le attività che vengono fatte, la conoscenza di nuovi amici, nuove culture e una nuova lingua, e il dopo, con il rientro a casa, la consapevolezza di essere cambiati e il chiedersi cosa fare ora...
Oltre a me, c'era una ragazza rientrata da poco dopo un progetto in Lettonia, 3 ragazzi che stanno partendo per Spagna e Polonia e 6 volontari che stanno volgendo le loro attività nel mantovano in questo periodo provenienti da Germania, Portogallo, Russia, Macedonia e Spagna.
Perchè SVEvolution? E una parola che hanno inventato ad Alce Nero, e vuole rappresentare "l'evoluzione" che effettua una persona quando parte per un esperienza così.
Un po' di pubblicità l'abbiamo fatta, ora speriamo che altri ragazzi colgano al volo questa opportunità che l'Europa ci offre e partano, non importa dove, si può star bene o male in Italia, Svezia, Spagna o Francia, dipende da cosa si va a fare, chi si incontra durante questa esperienza e quanti cambiamenti siamo disposti a fare...


martedì 20 settembre 2011

Un forestiero piange due volte

Avete visto il film "Benvenuti al sud"? E' un film comico ma che fa riflettere parecchio.
Il film parla di un direttore delle poste di un paese nel milanese (interpretato da Bisio), che viene mandato a lavorare per due anni a Castellabate, un paesino in provincia di Salerno.
Dopo il primo periodo traumatico, il direttore inizia a parlare il dialetto del paese, ma ancora più importante si accorge che non si vive bene solo a Milano, ma se in compagnia di belle persone si vive altrettanto bene altrove.
Nel film si parla molto di stereotipi, quindi al sud è pericoloso viverci, nessuno ha voglia di lavorare, sono tutti ladri ecc... Prima di partire per la mia esperienza in Svezia ero pieno di stereotipi, quindi in Svezia tutto è organizzato, ci sono solo ragazze bionde, puoi incontrare l'ikea in ogni angolo della strada, e tutti ascoltano gli ABBA, stessa cosa succede a noi italiani quando parliamo con gli stranieri, in Italia mangiamo solo pasta e pizza, siamo tutti mafiosi e facciamo i pranzi lunghissimi. Dopo un anno, si capisce che la Svezia non è solo quello che si pensava prima di partire, ma non solo la Svezia, anche moltissimi altri Paesi, che conosco meglio grazie alle persone che ho incontrato negli ultimi 12 mesi.
Nel film una delle frasi più belle che vengono dette è quella detta dal postino del paese al direttore: "Un forestiero quando viene al sud piange due volte, quando arriva e quando riparte", posso dire che questa frase è applicabile anche a chi va al nord, non solo al sud.

martedì 13 settembre 2011

L'ASL

Forse sono diventato iper sensibile a certe cose, forse prima non facevo caso a tutto, o se lo notavo non pensavo che fosse strano, ma da quando sono tornato, è molto più facile per me perdere la calma in una situazione che invece in Italia è normale.
Racconto tutta la storia. Stamattina sono a casa, un mio zio mi telefona e mi chiede se posso andare all'ufficio ASL della zona per chiedere l'esenzione sanitaria per mia nonna, lui è già la ma c'è molta gente in attesa e ha un appuntamento poco dopo, quindi mi chiede se posso arrivar la e prendere il suo posto.
Nessun problema, ho almeno qualcosa da fare per riempire la mattinata.
Quando arrivo la, mio zio mi consegna i documenti, mi spiega dove devo andare e cosa devo fare, e mi da due numeri d'attesa, perchè devo ritirare un modulo da un ufficio, uscire, compilarlo e consegnarlo in un altro ufficio, quindi due code e due numerini.
Qui inizia il casino, fuori dal primo ufficio, c'è un monitor con il numero 49, io ho il numero 07, ma scopro, che il monitor non funziona e che c'è da chiedere a che numero sono arrivati, altra sorpresa ci sono solo numeri dispari, i pari entrano in un altro ufficio...
Dopo aver capito questo sistema contorto, è il mio turno, l'impiegata apre la porta e alla mia domanda se è il turno del numero 7, mi risponde sgarbatamente che lei non lo sa, e dobbiamo saperlo noi che entriamo di chi è il turno.
E' la stessa impiegata con cui ho già avuto a che fare a gennaio quando ero tornato per Natale ed ero andato ad informarmi per la mia tessera sanitaria in scadenza, qui potete leggere com'era andata a finire.
Entro, consegno i documenti e gli dico che devo richiedere un certificato di esenzione per una persone con più di 65 anni, mi consegna un modulo e mi dice di uscire, compilarlo e poi riportarglielo. Scopro così che il numero per la coda all'altro ufficio non mi serve, ma devo prendere un altro numero "dispari", e riconsegnare il modulo allo stesso ufficio, ma se "so scrivere veloce" (così mi ha detto) posso compilare il modulo direttamente in ufficio.
Mentre inizio a scrivere i dati che mi vengono chiesti, inizia a chiedermi perchè ho il numero dell'altro ufficio, perchè ho preso due numero e non solo uno (come se li pagasse questi benedetti numeri) e che non è possibile compilare il modulo li perchè fuori c'è pieno di gente e c'è, sue testuali parole, casotto.
Io mi limito a spiegare che sono arrivato da 10 minuti, per sostituire una persona che era in coda ma che aveva un impegno e a dire che c'è un po' di disorganizzazione ma continuo a compilare il modulo.
Arrivo a metà e mi ferma, forse è inutile continuare perchè la regione ha già avviato la pratica. Dopo un minuto, si accorge che non c'è nulla di avviato e mi mette ancora più fretta di finire.
Continuo e lei mi chiede chi è la persona che avrà esenzione, gli dico che è mia nonna, e lei mi dice che non è possibile, io non posso compilare il modulo, perchè deve firmarlo il diretto interessato, ma posso firmare a nome di mia nonna e lei farà finta di non vedere. Ma quando mi ha chiesto se l'esenzione era per una persona over 65 anni e io gli ho risposto di si, non avrà pensato che non ero io??? Dimostro 37 anni in più di quelli che ho???
Finisco di inserire quei 4 dati che mi chiedono e gli consegno il modulo appoggiandolo sul bordo della stampante... Ohhh l'avessi mai fatto, mi fa notare che la stampante è in funzione e che se la blocco poi è un casino. Oh my god! Ho appoggiato il modulo sulla parte della stampante che non ha nulla a che vedere con i fogli in stampa, impossibile che blocchi qualcosa.
Gli rispondo che ho solo appoggiato i fogli, e che non si bloccherà la stampante.
Mi consegna il documento firmato, e prima di uscire gli dico una cosa che fino ad un anno fa non gli avrei detto, un anno fa me la sarei tenuta per me, ma stavolta non riesco, le parole corrono dal cervello alla bocca ad una velocità talmente elevata che manco mi accorgo, gli dico che se fosse più gentile e più calma forse lavorerebbe meglio.
Esco senza aspettare la risposta...
Succede anche in Svezia che la burocrazia ti faccia impazzire ma la maleducazione credo che sia maggiore qui. Tutti sono sempre arrabbiati, l'impiegata è la per fare un servizio pubblico, potrebbe veramente essere più gentile, ne guadagnerebbe lei in salute e le persone che devono chiedere qualcosa sarebbero più felici e meno stressati...

domenica 11 settembre 2011

Da Kalmar al lago di Garda

Che i tedeschi e gli austriaci amino il lago di Garda è noto, così ieri ho incontrato Eva e Luca, due amici austriaci che erano con me in Svezia e che ora sono in Italia in vacanza.
Lei era volontaria come me a Kalmar, e lui studente a Linköping.
E' stato molto bello incontrarsi in Italia, fare un pomeriggio in spiaggia con nuotata nel lago (nonostante sia sporchissimo), e la sera aperitivo in classico stile italiano e cena con pizza (per me) e lasagne e pasta alla carbonara per loro.
La costa veneta del lago di Garda, sembra un exclave tedesco, i cartelli nei negozi sono scritti in italiano e tedesco, addirittura nel supermercato del campeggio solo in tedesco e quasi tutti i gestori di bar, ristoranti e negozi lo parlano.
 L'ho detto ancora a giugno, quando ero stato in Italia per una settimana, che il Bel Paese, è forse il miglior posto al mondo dove venire in vacanza, buon cibo, un clima invidiato da molti, persone che quando parlano sembra che cantino, ma viverci non è così facile, si deve correre, correre, correre... Ieri mi sono ritrovato ad insultare una signora che mentre ero fermo ad uno stop ha iniziato a suonare il clacson, e voglio precisare che non ero fermo da 10 minuti, ma forse da un minuto, e non ero fermo perchè c'era un bel panorama da guardare, ma perchè c'era traffico. Secondo lei avrei dovuto buttarmi, chissà, forse aveva un urgenza e doveva correre in ospedale, forse non poteva aspettare 2 minuti ad uno stop perchè doveva correre in stazione e prendere un treno... Non credo, è normale correre, correre per andare al supermercato, correre per uscire la sera, correre per tornare a casa, e poi magari, una volta arrivato con 3 minuti d'anticipo, annoiarsi e non sapere che fare. Comunque dopo che ho gesticolato parecchio, credo che abbia capito che non potevo volare...
Questa smania di correre l'ho notata anche nei negozi e nei ristoranti, tutti sono di fretta, dai camerieri ai clienti, nessuno che si siede e si gode un attimo la vita, in un sabato di fine estate, senza la preoccupazione dell'orologio... E un altra cosa che ho notato, è che chi lavora nei negozi è parecchio sgarbato con i clienti, specialmente con gli stranieri, cosa che invece in Svezia difficilmente succede, dove il commesso normalmente sorride, anche se magari quel giorno non ha molta voglia di esser li, e dove puoi ricevere informazioni e aiuto senza problemi.
Eva e Luca amano l'Italia, dopo il lago di Garda, proseguiranno la loro vacanza a Verona, Venezia e Trieste, luoghi che all'estero ci invidiano tutti, lo ripeto, l'Italia è il più bel posto per venire in vacanza...

giovedì 8 settembre 2011

Skype e Social Networks

Per fortuna esistono... Mi sono serviti tantissimo quando ero in Svezia, per comunicare con gli amici rimasti qui e con la mia famiglia, e mi servono tantissimo anche ora, per tenere i contatti con tutti gli amici conosciuti durante l'ultimo anno. In passato quando uno emigrava, significava dire addio a tutto, solo qualche lettera e qualche foto sbiadita, poteva far rivivere il ricordo a chi partiva, credo che era veramente difficile, ora invece si possono fare video-chiamate, da una parte all'altra del mondo, e le distanze, sembrano molto più ridotte. I miei primi giorni svedesi, erano stati lunghissimi, non conoscevo nessuno, non parlavo la lingua e non avevo una connessione internet per poter comunicare con l'Italia, e i primi giorni credo che questo sia fondamentale, poi quando si inizia a conoscere gente, non si ha nemmeno tempo di collegarsi e leggere cosa succede nel Bel Paese. Con i volontari che hanno vissuto con me a Kalmar ci sentiamo spesso, a moltissimi manca la Svezia, ma più che la Svezia l'ambiente che si era creato, vediamo come proseguirà il reinserimento, intanto domani si va a Gardaland! :)

domenica 4 settembre 2011

Reverse cultural shock

Molti non ne parlano, altri lo sottovalutano, ma il reverse cultural shock c'è veramente, e colpisce chi dopo essere stato fuori dal proprio ambiente naturale per un periodo medio lungo, ne fa ritorno.
Questa cosa colpisce anche gli animali, provate a prendere un animale allo stato libero, richiudetelo in uno zoo per un periodo e poi riportatelo in libertà, l'animale si sentirà spaesato, nonostante fino a poco tempo prima quell'ambiente era casa sua.
Mentre quando sono partito, mi aspettavo lo shock dovuto all'inserimento in una cultura diversa da quella italiana, quando uno torna, non pensa che può esserci anche il problema opposto.
Io sono a casa da 4 giorni, ma mi sento ancora un turista qui, un ospite.
Citando un detto popolare cinese si può dire che chi torna da un viaggio, non è mai la stessa persona che è partita, specialmente se il viaggio dura un anno, e vieni travolto da una miriade di eventi ed emozioni.
Chi torna dopo un esperienza di 12 mesi, si ritrova cambiato, non dico migliorato o peggiorato, ma sicuramente cambiato, mentre qui, la routine è sempre più o meno la stessa, tutto è rimasto pressoché immobile, mentre tu hai rivoltato la tua vita come un calzino.
Ti sembra che anche se gli altri ti chiedono com'è andata, non riescano a capire esattamente quello che vuoi fargli capire quando gli rispondi, hai 1000 storie da raccontare, 1000 emozioni da condividere, ma fai fatica.
Molti mi dicono che ora è finita la vacanza, come se in Svezia fossi stato in vacanza 365 giorni. Io li ho invitati a partire se pensano che sia tutto così facile, non mi sento sicuramente un eroe, gli eroi sono altri, magari chi si ferma qui e cerca di cambiare le cose, ma fidatevi che durante un anno ci sono momenti che ti chiedi chi te l'ha fatto fare, giorni che vorresti assaporare i sapori del cibo con il quale sei cresciuto, parlare la tua lingua o il tuo dialetto, incontrare vecchi amici, e se non sei motivato, molli tutto. Forse nel blog questi momenti non sono stati descritti, forse uno se li tiene per se e non li condivide con chi rimane qui, ma fidatevi che ci sono e specialmente nel primo periodo.
A chi mi chiede il perchè mi manca la Svezia, non so rispondere, è una sensazione a pelle, posso dire che la vita è più rilassata la o comunque cose che per chi non le ha provate, sono abbastanza futili... Io sospiro e penso che questa sensazione passerà, tornerò ad essere "normale", o forse no... :)